Interviste

DI GIUSEPPE NOVELLA

Progetto solista chitarristico del canadese Eric Quach dedito a un drone/ambient...



Quaranta album per quattrocento date live in tutti e cinque i continenti; sono solo alcune delle cifre da capogiro che riguardano i dieci anni di carriera di thisquietarmy, il progetto solista chitarristico del canadese Eric Quach dedito a un drone/ambient tanto avvolgente quanto ricercato nei suoni e nella melodia, il tutto velato da una sorta di atmosfera rituale e “occulta”. Lo stesso Eric descrive le performance e la musica di thisquietarmy come “una sorta di rituale purificatore e catartico, durante il quale cerco di far uscire tutte le mie emozioni del momento sotto forma di suono”. Lo abbiamo incontrato lo scorso novembre in occasione del suo tour italiano.

Ciao Eric, ci puoi parlare del tuo solo project?

thisquietarmy nasce nel 2005 con Wintersleeper, il primo EP uscito per la mia label. In quel periodo suonavo ancora con la mia band del tempo Destroy all dreamers e avevo bisogno di un progetto personale, da coltivare nel mio intimo. Nel 2007 con la band ci fu un periodo di stasi, e questo mi permise di focalizzarmi meglio sul mio primo album, Unconquered, uscito nel 2008 per la Foreshadow Records. In seguito ho collaborato con artisti del calibro di Nadja, Year Of No Light e AmenRa e ho pubblicato su label di culto come Denovali, Aurora Borealis e Consouling Records. Sono stato anche in Europa, Sud America e Asia per 10 volte... ho girato praticamente in tutto il mondo.


Qual'è la tua opinione sulla scena drone/shoegaze in Europa? Penso sia decisamente molto più popolare ora che non dieci anni fa...

Le radici di thisquietarmy affondano sicuramente nella scena drone sperimentale, in particolare nello shoegaze, la cui influenza si percepisce immediatamente nella musica riverberata e dilatata. Sì lo shoegaze è recentemente tornato molto in auge, ci sono state numerose reunion e tour di band storiche come My Bloody Valentine, Jesus & Mary Chain, Slowdive, Ride e Lush. Anche il drone è finito sotto i riflettori, raggiungendo un pubblico sempre più ampio.
Penso che in questo i SunnO))) abbiano fatto un ottimo lavoro, ma la fama crescente di cui godono mette in ombra altri progetti simili, perciò credo che questo genere continuerà probabilmente a rimanere oscuro. Sono molte le band che oggi incorporano elementi drone nella loro musica e ciò è sicuramente interessante. Ma, come in tutte le cose, quando troppe persone approcciano a un genere di moda, la scena tende a saturarsi con copie di copie, diventando difficile separare la buona musica da quella che non lo è.


Nella tua musica invece, c'è molto di originale: la sperimentazione di chitarra rimane ben radicata nelle atmosfere evanescenti, con derive a volte più malinconiche ed eteree che strizzano l'occhio al postrock, altre volte - come nel caso dell'ultimo Anthems to catharsis - più vicine alla violenza e al minimalismo del black metal, con una drum machine incalzante che scandisce i tappeti di loop e i muri di suono.

La maggior parte delle volte improvviso molto e registro ciò che viene fuori. Dopodiché dedico molto tempo ad ascoltare il prodotto ed estrapolo le parti interessanti in modo da svilupparle aggiungendo strati o creando altre parti sopra ciò che ho già realizzato. Delle volte ci metto solo un paio d'ore, delle altre invece capita ci vogliano un paio d'anni su una singola traccia per arrivare a qualcosa di soddisfacente, dal momento che alcune idee sono più complesse! Credo di avere ancora ore e ore di materiale incompleto che ingloba cose molto differenti tra loro e che continuo a sviluppare, aspettando di avere un concept adatto in cui inserirlo... un ciclo perpetuo!


Lo scorso autunno, durante il tour italiano hai toccato anche la Sardegna: come ti sei rapportato a questo pubblico?

Il tour in Sardegna è stato fantastico, mi ha ricordato molto quello in Brasile, sia per ciò che riguarda l'atmosfera sia per l'ospitalità e la capacità di tirare fuori il meglio dalle situazioni organizzative, adattandosi a ciò che c'è a disposizione. Ritengo sia stupido paragonare un posto all'altro, e aspettarsi che tutto debba andare nello stesso modo ovunque. Non è così e non deve essere così, e questo è ciò che ha reso bellissima la mia esperienza in Sardegna; aver potuto sperimentare da vicino la cultura e il modo di vivere locale. Sono molto grato ai ragazzi di 696 Events per avermi dato la possibilità di fare quest'esperienza!


Quali sono i piani per il futuro di thisquietarmy?

Sono per ora ancora in via di strutturazione, sono appena tornato in Canada a finire ciò che avevo lasciato incompiuto dalla fine dell'estate. Ci sono alcune cose pronte da far uscire, ma potrebbe volerci ancora un po'. Non si tratta esattamente del seguito di Anthems Of Catharsis, sono piuttosto delle tracce di drone lunghe e oscure, che ho registrato la scorsa estate e sono più basate su dei synth. Per ciò che riguarda le performance, durante l'inverno ho suonato in Canada e a Parigi ma anticipo che non ci sarà per ora un tour europeo, sto invece pensando di tornare in Sud America! Vedremo nei prossimi mesi.


Per finire vorrei chiederti quanto c'è di “spirituale” nella tua musica. Io personalmente ci vedo un filo rosso dell'occulto, se così si può chiamare, che lega i tuoi album e le tue performance live.
È un'osservazione interessante... non ho mai realmente analizzato questo aspetto e sicuramente non è intenzionale ma trovo plausibile si possano pensare i miei live e i miei dischi come rituali catartici. Io però mi ritengo una persona abbastanza razionale specie quando si tratta di parlare di questioni tecniche e logistiche. Diciamo che sono un sognatore nichilista in cerca dell'etereo.


Grazie mille Eric, alla prossima!

Grazie a voi!

Giuseppe Novella

ARTICOLO TRATTO DAL NUMERO 15 - MARZO 2016

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