Interviste

Arawak

Finalmente sulle nostre pagine una delle band più amate, invidiate e pluripremiate del circuito reggae italiano!

Stiamo parlando degli Arawak ovviamente: on stage dal lontano 2003, nel tempo hanno macinato chilometri e palchi su e giù per la penisola, sfornato due album, aperto i live dei più importanti artisti internazionali del genere. Vincitori di tantissimi contest, si sono esibiti praticamente in tutti i festival che contano (senza dimenticare il nostrano Sardinia Reggae Festival) arrivando a guadagnare il secondo posto al  Rototom Sun Splash di Benicassim in rappresentanza italiana. Li abbiamo incontrati in un momento cruciale, i nostri stanno infatti per rilasciare -dopo due singoli esplosivi- il terzo album.

Ciao ragazzi, sembra ieri eppure quest'anno festeggerete i 10 anni di attività: ci raccontate com'è nato il progetto Arawak e come si è evoluto nel tempo?

Il nostro primo concerto risale al maggio del 2003, sul palco del glorioso Madriguera de Reptil (storico club sassarese chiuso nel 2005 ndr.) con una formazione stravolta rispetto a quella attuale e più vincolata dal gusto roots delle origini. Poi sono arrivati nuovi elementi, ognuno con le sue ispirazioni ed esperienze pregresse, e questo ha contribuito a creare il sound attuale.


Siete una band molto apprezzata in Italia e all'estero, grazie al vostro mix del più classico roots reggae con intuizioni pop molto coinvolgenti, una sorta di vero e proprio "Arawak style": quanto contano le vostre origini nel risultato finale?

Moltissimo! Crediamo che il punto di forza della band sia il fatto che, oltre ciò che ascoltavamo agli albori e continuiamo ad ascoltare con la stessa passione, ognuno di noi abbia un bagaglio musicale proprio ed indipendente, che fornisce idee che spesso si tramutano in commistioni fra più generi.
Se lo state pensando: no, non abbiamo dischi troppo pop nelle nostre mensole.


Siete una big band, ben 8 teste che lavorano insieme, ci raccontate come nasce una brano, dal primo riff alla post produzione?

Difficile ritrovare una metodica che si ripete, ogni pezzo ha la sua genesi. Si fanno tanti ascolti assieme e si cercano delle cose che rientrino in quello che pensiamo debba essere il nostro suono: dalla scelta dello strumento cui affidare una determinata parte alla tonalità o velocità di un pezzo.
Dopo aver dato questo tipo di "identità" all'embrione di canzone si inizia a determinarne la struttura e contestualmente si arrangia...a volte nasce prima il cantato mentre altre volte ci si mette semplicemente a suonare per piacere e nasce così il "riddim".
Infine, quando siamo soddisfatti del risultato schiacciamo il tasto rosso della sala regia delle Officine Musicali e per la postproduzione ci affidiamo ciecamente a un pezzo grosso del dub e del reggae italiano, Paolo Baldini di Alambic Conspiracy.


Il vostro  album di debutto, "Roots vibrations" uscito nel 2008, vi ha catapultato nel panorama reggae italiano mentre il secondo, "Time has come" del 2011, vi ha consacrato: dopo l'uscita dei singoli "Sweet Life" e "Wickedman" che ci dite del terzo lavoro?

Eccoci alla domanda sul prossimo album! Purtroppo è poco quello che possiamo dire ora, però siamo concordi sul fatto che sarà migliore dei suoi predecessori. Stiamo in continuo ascolto delle registrazioni, e la maggior parte dei pezzi sono già chiusi.
Il disco racchiuderà dei moods tra i più lontani fra loro, non mancheranno le strizzate d'occhio all'elettronica ed alla black music, ma siamo sicuri che anche i più integralisti ascoltatori di reggae lo potranno trovare un prodotto godibile ed intenso... ci saranno collaborazioni di nomi internazionali e...
il resto è top secret!


Rispetto a tanti vostri colleghi sardi avete avuto e continuate ad avere una grande visibilità, quando c'entra il famoso "destino" e quanto invece vi siete sbattuti per arrivare a determinati livelli?

Non siamo molto fatalisti, e di certo il fatto che siamo una band in giro da dieci anni ha fatto in modo che ci sentisse un bel po' di gente in giro per la Sardegna, ma di certo la longevità non basta per rimanere nella testa del buon ascoltatore.
Crediamo che quelli che stiamo raccogliendo adesso siano i frutti delle innumerevoli ore passate a provare o soltanto a parlare di come sarebbe dovuto essere lo spettacolo/la canzone/il video/qualsiasi Arawak-emanazione.


I vostri tantissimi fan aspettano quest'estate per vedervi on stage, ci date qualche anticipazione sui vostri progetti imminenti?

Stiamo iniziando a definire un calendario di concerti per quest'estate e speriamo davvero di arrivare a tutti,  fan e non... siamo appena tornati da Pisa e ci siamo festeggiati il 1° maggio con il classico concerto sassarese  su a Baddimanna...
L'attività live è il motore che spinge anche tutto il lavoro di registrazione e promozione che facciamo il resto dell'anno, è la soddisfazione estrema, quindi ci aspettiamo un'estate all'insegna della soddisfazione! Stiamo anche pensando ad un terzo videoclip, a collaborazioni di varia natura, ed a qualche data oltre i confini italiani.


Ultimissima domanda, c'è qualche band o artista nell'attuale panorama che vi sentite di consigliare ai vostri seguaci?

Su tutti Seeed (sì, con 3 'e' ndr) e Tarrus Riley, ma anche Chronixx, Sebastian Sturm, Fat Freddy's drop..eeh, ce ne sarebbero di nomi da fare, senza contare che nell'attuale scena ci sono ancora un sacco di leggende!


Grazie mille per la disponibilità e un grande in bocca al lupo dalla redazione di U-X!

Un grande crepi e grazie a voi di U-X zine, continuate così! Salutiamo tutti i lettori e speriamo di vederli quest'estate sotto qualche palco!

Joveline

ARTICOLO TRATTO DAL NUMERO 10 - GIUGNO 2013

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