Interviste

DI MARCELLA MUGLIA

The Blues Against Youth è il progetto musicale di Gianni Serusi: suona simultaneamente voce, chitarra, cassa e charleston per dar vita a un mix di blues, country e rock'n'roll.



I suoi spettacoli hanno fatto il giro dei palchi d'Italia e d'Europa, e da uno di questi risponde alla nostra intervista.

Ciao Gianni, ci presenti il tuo progetto/esperimento da one man band?
Cosa ti ha spinto a prendere questa strada?

The Blues Against Youth è un progetto musicale che porto avanti dal 2008 interamente da solo, presentandomi dal vivo come one man band, suonando insieme chitarra, grancassa, hi-hat e voce.
Attingo prevalentemente dal country, rock 60s e 70s e in generale dalla tradizione musicale americana.
Poi c'è dell'altro, ovviamente, ma per non tediare i vostri lettori con il solito elenco di influenze, invito tutti a venirmi a vedere dal vivo.
Rispetto al perché abbia preso questa strada... mi viene da risponderti che era l'unica possibile e la più naturale perché è la musica che ho sempre sentito e con cui sono cresciuto.

A fine marzo uscirà il nuovo full lenght, Trapped In The Country... in formato CD e LP.
Molti dei tuoi lavori sono prodotti come 7", è solo passione o nostalgia per il formato, oppure è proprio una questione di suono, o c'è dell'altro ancora?

No, no è solo pazzia.
Pensa che sono convinto che ci sia gente che ancora compri i dischi in vinile!
A me piacciono perché sono un oggetto attraente. E poi c'è il fatto che se ascolti un vinile vuoi veramente farlo.
Non è così immediato come un mp3 o un cd, c'è tutto un rituale: prendi il disco, sfodera il vinile, toglilo dalla sleeve, mettilo sul piatto, prendi la puntina, fai partire il piatto, ecc.. Se sei disposto a fare questa cosa ogni 22 minuti per ascoltare ogni lato vuol dire che vivi la musica in un modo profondo.
Oppure ripeto, sei pazzo. Poi rispetto alla qualità sonora tra CD e LP è solo una questione di gusti e di praticità.

Ci sarà sicuramente una spiegazione dietro il moniker The Blues Against Youth, ce la vuoi dare?

La spiegazione c'è e l'ho già data tante volte... quindi, premesso che sono contro gli "spiegoni" vi do un indizio: il blues sono i negri quelli veri che suonavano lungo il delta del Mississippi e con la loro musica esprimevano l'essenza della vita miserabile che conducevano.
I giovani sono quelli che non sanno niente di quello che succede e di quello che è successo prima di loro, che vivono la loro vita attraverso il loro Iphone, quelli che passano la serata su facebook a commentare le foto dei loro amici invece di andare ai concerti...
Si è perso qualcosa rispetto al senso di ascoltare o suonare musica, e io ci scherzo sopra.
Ma è una cosa molto drammatica, molto blues...

"Deer It Yourself Records" è l'etichetta da te creata... l'hai messa su solo per produrre te stesso o hai in mente di aprirti ad altre collaborazioni? In generale che considerazione hai delle etichette in Italia?

DIY è il marchio con cui faccio uscire le mie cose... non escludo che in futuro potrei aprirmi ad altre collaborazioni.
Spesso ho coprodotto i miei dischi insieme a degli amici di etichette italiane che si muovono bene e si sbattono da anni. Indelirium Records, Sonatine Produzioni, Primitive Records, Talk About Records, Brigadisco, Escape From Today e molte altre.
Di queste persone ho ottima considerazione, ma non so dirti tanto rispetto al panorama ufficiale delle etichette italiane. Ti dirò solo che queste sono fighe!

Ho scoperto che hai origini sarde, che legame hai con l'isola, esiste qualche aspetto che ti ha affascinato e ispirato artisticamente?

Ultimamente ho conosciuto dei ragazzi di Scanu Montiferro che mi hanno introdotto al canto pastorale sardo. Loro si chiamano Cuncordu Sas Battor Colonnas ed è incredibile che suoni riescano a tirare fuori cantando insieme. Un misto di psichedelica, musica rituale e primitivismo...

The Orange Man Theory, band hc punk, è un tuo progetto parallelo o fa definitivamente parte del passato?
In ogni caso ti va di parlarci di questo passaggio da un genere così estremo al blues?

Non so se definitivamente, ma al momento non sono più un membro dei The Orange Man Theory.
Se ascolti il nostro primo disco "Riding A Cannibal Horse From Here To..." troverai delle forti influenze rock-blues, poi siamo andati in una direzione sempre più estrema, ma non penso che l'estremismo abbia a che vedere con il tipo di musica, perché quello che conta è sempre l'intenzione, l'attitudine di come si suona. Il punto infatti è stato che non potevo più far parte di un gruppo se non credevo più a quello che facevo.
Gli altri hanno capito il mio punto di vista e la separazione, per quanto dolorosa, è stata una cosa necessaria al proseguimento della band.
Per ora mi interessa quello che faccio con TBAY e non ho tanto tempo di dedicarmi ad altro. E ad altri ahah!

Ti saluto, ti ringrazio e lascio a te la libertà per l'ultima parola...

Grazie a te per l'intervista!
Volevo segnalare che il mio nuovo album è appena uscito su OFF LABEL Records ed è disponibile in LP e CD qui: http://www.offlabelrecords.de/
per tutte le info vi rimando al mio sito:
http://WWW.THE BLUESAGAINSTYOUTH.COM
Ciao e a presto!

Marcella Muglia

ARTICOLO TRATTO DAL NUMERO 10 - GIUGNO 2013

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