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di Marcella Muglia

Classe 1922, all'anagrafe Stanley Martin Lieber, se ne è andato il 12 novembre a 95 anni, dopo una vita interamente dedita all'editoria e al fumetto.
"Stanley is god". Questo scriveva di sé a soli 17 anni sulla parete della redazione del giornalino Magpie del liceo newyorchese, come a testimoniare o profetizzare che il suo carisma e le sue qualità di scrittore lo avrebbero spinto in alto.
Nome di prestigio della Marvel, ha dato vita ai personaggi divenuti cult di Spider Man, Hulk, Thor, Iron Man, Dottor Strange, gli X-Men, gli Avengers e i Fantastici Quattro (sempre insieme a Jack Kirby e Steve Ditko) rivoluzionando così il mondo del fumetto.
Stanley inizia giovanissimo a lavorare in una piccola Marvel che al tempo si chiamava Timely Comics, è il più giovane editor nel campo ma sul finire degli anni cinquanta, non soddisfatto del suo lavoro, pensa addirittura di lasciare il fumetto. Sarà la moglie Joan, scomparsa a 93 anni nel 2017, a incoraggiarlo verso ciò che adorava. Sono gli anni ‘60 e questa fase di Stanley coincide con la necessità della Marvel di creare qualcosa di nuovo: DC Comics aveva lanciato Justice League of America e serviva qualcosa di innovativo che potesse competere, il fumetto stava attraversando una bella rinascita, dopo il drastico calo subito nel secondo dopoguerra, ed ecco che insieme a Kirby nascono I Fantastici Quattro, The Fantastic Four. L'albo esce nel novembre del ‘61, pochi mesi dopo la missione del primo uomo nello spazio, e i quattro super scienziati, esploratori di ritorno dallo spazio, appaiono in perfetta sintonia con l'immaginazione e i desideri del tempo. I Fantastici Quattro cambiano le regole del gioco rispetto ai supereroi che li precedono (pensate all’idea di Superman di cui parla Bill, in Kill Bill), non hanno un'identità segreta, non combattono il crimine nelle strade, non sono esseri perfetti: Reed, Sue, Ben e Johnny sono innanzitutto persone, spesso in conflitto tra loro.
La rivoluzione dei supereroi inizia così. Dopo i Fantastici Quattro arriva Spider Man, Hulk e tutti gli altri figli di Stan a definire il supereroe come essere fallibile, più vicino all'uomo reale (più vicini a Clark Kent, sempre secondo la teoria di Bill, in Kill Bill). I supereroi della Marvel dimostrano così che con balloon e vignette è possibile raccontare storie di vita, di dipendenze e di emarginazione. 
Negli anni ‘60 Stan Lee è sceneggiatore, supervisore e direttore artistico della maggior parte delle serie Marvel, scrive redazionali, articoli promozionali e gestisce la posta con i lettori; dialoga familiarmente con loro e conia un simpatico gergo chiamando i lettori affezionati True Believers (veri credenti). Con l’espressione Face Front! li esorta a continuare a divertirsi con i fumetti, mentre la più famosa Excelsior! è il grido di battaglia con cui si firma.
Si tratta di un atteggiamento nuovo e creativo all'interno della Marvel che farà avvicinare nuovi lettori e seguaci, basta pensare al celebre Metodo Marvel per la creazione di fumetti: dopo una breve discussione con gli artisti sulla storia, Stan preparava una sorta di sintesi schematica e non una vera e propria sceneggiatura, poi il disegnatore passava a riempire le pagine e a tavole pronte ripassava Stan a scrivere i testi. Insomma un lavoro gruppo in cui anche il disegnatore era scrittore.
D’altronde accanto allo Stan sceneggiatore e creativo c'è sempre stato l'uomo appassionato di cinema e televisione, sono innumerevoli infatti le sue apparizioni in film e serie tv dedicate ai suoi personaggi.
Il 12 novembre se ne è andato l'uomo ma rimarrà l'Excelsior.
Face Front!

Marcella Muglia

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