Jason News

di Marcella Muglia

Partirà dalla Sardegna il tour europeo Post-Covid del Putan Club, il 13 agosto al Cueva Rock di Quartucciu (CA), per poi toccare varie date nella penisola e poi in Spagna e Portogallo.
Il trio franco-italiano definito Electronic Industrial AvantRock Techno Dubstep Sauvagerie, non appartiene a nessuna chiesa che sia rock, techno, jazz o punk ma vuole essere tutto questo.
Il Putan Club nasce come cellula di resistenza e trova la sua ispirazione nei partigiani del mondo intero, la loro lotta si fa con l’arma della musica, con chitarra, basso, batteria, con la parola scritta e la voce urlata e con quella loro attitudine spiccatamente underground old school: nessun ufficio stampa, nessuna etichetta, solo Do It Yourself, passaparola e collaborazioni.
Un lavoro ben fatto visto che contano quasi 200 concerti l’anno in tutto il mondo e più di 2000 live dalla nascita della band e numerose partecipazioni a festival come Bazant Pohoda (SK), Tomorrow Fest (Shenzhen, RPC), Milhões de Festas (PT), Croisements Festival (Beijing, RPC), Amplifest (PT).
I luoghi d'azione spaziano dalla galleria d'arte parigina allo squat bosniaco, dal museo tedesco a un club giapponese, da un teatro belga al festival portoghese.
Il Putan Club è decisamente iconoclasta, groovy, sensuale, violento e femminista rivoluzionario.
Alle chitarre (e vox, computer, elettronica) c’è François R. Cambuzat con una lunga biografia alle spalle: fondatore di The Kim Squad, Il Gran Teatro Amaro, la République du Sauvage, l'Enfance Rouge, la Machine Rouge. A soli 17 anni ha suonato come sassofonista con John Birks "Dizzy" Gillespie al Blue Note di New York. Ha intervistato Iggy Pop e ha fatto il giornalista indipendente per diversi media europei. Non ha vissuto mai nello stesso posto e si è sempre spostato tra Londra, Roma, Berlino, Hamburg, Tunisi, Bruxelles, Lecce. Collabora regolarmente con la cantante e poetessa Lydia Lunch, il musicista Eugene S. Robinson e l’attore francese Denis Lavant, ed è il direttore artistico Festival Trasporti Marittimi.
Al basso (e vox, effetti, computer, elettronica) del Putan Club c’è Gianna Greco, con alle spalle varie esperienze da attivista tra cui nel 2011 la partecipazione alla rivoluzione tunisina, dove restò piacevolmente colpita dalla forza delle donne tunisine. Gianna vive tra Pamir, Francia e Argentina, e segue con interesse “solo ciò che la fa fremere”. Ha tatuata sulla coscia sinistra la frase di Pasolini: "Il mondo sta marcendo in un benessere che è egoismo, stupidità, incultura, pettegolezzo, moralismo, coazione, conformismo: prestarsi in qualche modo a contribuire a questa marcescenza è, ora, il fascismo." Nel 2013 fonda il Putan Club “una cellula di azione artistica, leggera, rapida, popolare, atea e iconoclasta”.
Terzo elemento della band è Zoé Martinot, con una presentazione semplice e chiara: “una batterista –  e molto altro ancora – proveniente da Giove. E ti prende a calci in culo. Fortemente e ripetutamente.”
Insomma il tour sta partire, il 13 agosto il Putan Club vi aspetta in Sardegna.
Pronti?

Marcella Muglia


putanclub.org/index.html












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