Recensioni



Guilt Coins – Keep The Kick / CD
Epictronic – 2018
Indie Rock
Ascolta il brano: Iza Crime

Canzoni nate da jam infinite che toccano territori diversi, rock ‘n’ roll, soul, funk e folk. I Guilt Coins sono una band rock ‘n’ roll di quello inglese fatto bene, quattro teste divise tra l’Essex e Londra che si ritrovano in studio per fare rumore, un rumore eccellente, a tratti raffinato. Sono quattro: Chris Jones (voce), Cliff Fitzpatrick (chitarra), Scot Lewis (batteria) e Marc Sephton (basso); gente che suona da sempre, con un decennale di attività come Amberblacks fino al 2011.  Ora i Guilt Coins aprono con un primo disco – Keep the Kick – a base di new wave in salsa moderna tarata sul pop.
Escono per Epictronic, label iternazionale indipendente dell’italiano Carlo Bellotti, di cui fanno parte anche i Mission Jupiter di Architecture. Il disco è coprodotto dalla band insieme a Wahoomi Corvi, punto di riferimento centrale nelle produzioni artistiche dell’etichetta. Una tracklist di dieci canzoni dirette, piacevoli e incisive al tempo stesso: roba che pesca nel britpop ma anche nel post punk revival e dintorni, niente di nuovo quindi, ma qualcosa di personale, di gusto, fatto bene. E ti chiedi perché quando gli inglesi si mettono a suonare così, qualsiasi cosa facciano suona bene. Saranno i musicisti? L’esperienza produttiva maturata in decenni? La faccia e la voce dei cantanti sempre così maledettamente adatta e credibile?
I brani nascono in sala prove senza idee particolari in testa, ritagliando ed elaborando – anche molto velocemente – passaggi selezionati da una serie di jam session; i testi del cantante Chris Jones arrivano dopo che le jam si sono trasformate in strutture un po’ più definite. Testi personali, come racconta lui stesso: “Talvolta assumono volutamente diversi significati, forse anche per celare ciò che in alcuni casi preferirei non condividere…». E questo disco suona bene, fa suonare bene lo stereo (per chi ancora ce l’ha). Serve un hi-fi per godere appieno di questa morbidezza sulle basse, di questa stereofonia rock classica a cui tanto ci siamo legati negli anni (almeno noi ultratrentenni, dico), ma andrebbe bene pure un walkman, a patto di trasformare il cd in cassetta TDK con i titoli scritti a mano. E allora proviamoci a ricreare una situazione cuffie e walkman, proviamoci a ricreare un’esperienza d’ascolto soggettiva e coinvolgente, proviamoci usando degli aggettivi per ogni brano della tracklist.
Keep the Kick – ipnotica, rotonda, avvolgente; Ego Like That – energetica con eleganza; Better Myself – pulsante, sospesa, trascinante; Minit – breve e schizofrenica; Jesus H. Christ! è – classica, revival, rassicurante; Iza Crime – raffinata, ammiccante, scanzonata; Go My Way – matura, riflessiva; Man Made – misteriosa, calda, solida; Run – sparata, isterica, convulsa, You Had a Gift – consapevole, rassegnata, notturna.
Provare per credere. Passo a voi le cuffie, e chiudo.

Pasquale Demis Posadinu

 

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