Banz cult

DI FURIO M NESTOR

DENNIS & THE JETS - Rockabilly Italiano -
Tutto nasce a Firenze nel 1983, dalle ceneri de Gli Spettri, gruppo beat fondato nel 1964...



Gli Spettri vivono una stagione molto creativa nelle epoche del beat e del progressive-rock, suonando con gruppi come Jumbo, La vecchia locanda, La nuova era, New Trolls, Le orme e Il Banco del Mutuo Soccorso.

Con gli anni '80 e l'esplosione della dance-music si trovano però in difficoltà economiche e svaniscono nel limbo silente dell'indifferenza, rimpiangendo assai l'inferno musicale da cui erano stati evocati.
In quel periodo tutte le forze culturali, sbocciate durante le rivolte degli anni '70, si trovano in competizione l'una con l'altra per attirare l'attenzione di un pubblico diversificato e frammentato più di quanto fosse mai stato. Si chiude così uno dei capitoli più proficui ed innovativi della musica rock in Italia.

A questo punto della storia il più giovane dei tre fratelli che animava gli Spettri si avvia a insegnare nella Scuola Media. Gli altri due invece continuano a suonare, nei piano-bar di Firenze e Roma. È l'acquisto di una box-drum machine a dare nuovo impulso vitale. L'utilizzo di una scatoletta elettronica, che riproduce il ritmo ed il sound di una tradizionale batteria Ludwig, permette loro di riproporsi in trio, scegliendo di suonare esclusivamente rockabilly.

I fratelli si dirottano verso i piccoli locali alternativi che hanno un'importanza fondamentale nella nascita di una vera e propria strada al movimento rock fiorentino e cominciano a smuovere le paludose acque del night clubbing.
Un gelido mattino di gennaio del 1983, nei giorni della galaverna, uno dei tre, a bordo del suo furgone Fiat 238, è alla ricerca di un carburatore per lo sfinito motore del mezzo di tanti tour. Si ferma dal primo ed unico venditore di meccanica riciclata a Firenze: AUTODEMOLIZIONE TARZAN via Accademia del Cimento. Mentre sta contrattando il prezzo con il padrone delle ferriere, conosciuto in città con il soprannome di Tarzan per via di una piccola scimmia che porta sempre con sé, ecco che dal retro di una vecchia Ford Cortina del '73 che sta per essere demolita, spunta lui: il figlio di Tarzan, Mauro il Maghero (magro), quotato batterista di complessi importanti come La verde stagione (collaboratori con Lucio Battisti nella casa discografica N°1), Campo di Marte e Bella Band. Con il Maghero nasce un quartetto rockabilly, nel periodo in cui a Firenze fioriscono gruppi new wave, dark, post-punk, psichedelici, sperimentali.

Gli spettacoli dal vivo cominciano con il nome Rocco Billy e i suoi f ratelli a San Giovenale, una frazione di Reggello, in un frantoio della campagna toscana trasformato in casa del cabaret. Con il passa parola ogni live conta sempre più estimatori e le serate diventano happening.
Arrivano così le recensioni su alcune fanzine. Un sabato di maggio è programmata una serata rockabilly al Frantoio. Di padre italiano e madre irlandese Dennis Caldirola è tornato a visitare Firenze e ha cercato i suoi amici e la sera dello spettacolo Rocco Billy e i suoi fratelli lo invitano ad esibirsi con loro.

"Dennis l'Americano" diventa così una star nostrana e decide di rimanere per creare la band del momento. Assume il comando della nuova macchina volante e il gruppo forma i quattro motori che spingono in cielo Dennis and The Jets. Occorrono nomi d'arte. Lello diventa Johnny Guitar, come il protagonista del film interpretato da Sterling Hayden; Ugo si ribattezza Jerry, come Jerry Lewis; Mauro ha già un nome d'arte, è Tarzan, come il padre; Vincenzo traduce il proprio nome in Vincent, in memoria di un vero eroe del rockabilly, Gene Vincent. Poi, nel giugno del 1984 Dennis Caldirola lascia.

Un sera di luglio dello stesso anno, a S. Rocco a Pilli, in provincia di Siena, mentre preparano le loro buffe acconciature prima di salire sul palco, si trovano con l'impresario e direttore artistico della serata che chiede: «Chi di voi è Dennis, l'americano?». Il gelo assoluto. Vincent, imitando lo slang di Nando Moriconi di Un americano a Roma, risponde: «Dennis the american I am. Molto piacere mister Nowell». Il pubblico di S. Rocco a Pilli voleva uno straniero che cantasse musica americana e Vincenzo eredita il mestiere di front man ed un altro nome.
Quella notte, sulla strada statale Siena Grosseto, qualcuno manomette il cartello stradale di indicazione S. Rocco a Pilli, correggendolo in San Rockabilly.
Per molti anni è rimasto così.

Ed ecco l'anno 1985.

In quel periodo RAI 2 trasmette Quelli della notte.
Senza aver mai inciso un disco, ma basandosi solo sulla forza del loro spettacolo dal vivo, Dennis & The Jets sono ricevuti da Renzo Arbore che durante la diretta televisiva li indica come nuovo fenomeno musicale italiano, tanto che le sue successive trasmissioni Marisa La Nuit, Indietro Tutta e Doc li vedranno sempre fra i protagonisti. D'ora in poi si entra nella Storia della Musica, della Televisione... e perfino del Cinema.

Nel 1986 nasce il primo di tanti dischi, In rock signo vinces. Registrato e prodotto a Firenze negli studi Global Art Sistem di Checco Loy, figlio del regista Nanni Loy in coproduzione con Larione 10. L'ultimo lavoro arriva nel 2009: Noi... Duri! Parte seconda - L'abito blues.

Quando qualche anno fa, alla fine di un concerto, un affabile e cortese signore ha chiesto: «Dopo quasi venticinque anni in tour, che pensate? Sognate ancora il successo in classifica?», con un misto di imbarazzo, pudore e orgoglio Dennis ha risposto: «Sappiamo di essere bravi, non sarebbe onesto se non lo dicessimo. Siamo stati in giro abbastanza a lungo per sapere che se ci capita l'occasione possiamo ancora farcela. Quando abbiamo cominciato questa storia non pensavamo che si potesse guadagnare anche una sola lira e durare così a lungo. Questo è il nostro grande successo e penso che domani continueremo a suonare anche se non ci fosse un'altra occasione».

Furio M Nestor

ARTICOLO TRATTO DAL NUMERO 11 - NOVEMBRE 2013

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