Suburbia

Dagli anni '90 in Val di Susa, una bellissima valle piemontese, si parla di costruire (e qui ce ne sarebbero da dire di cose sui media...) la Tav, la "ferrovia dell'alta velocità", che dovrebbe collegare Torino e Lione.



I No Tav sono tutti coloro che lottano contro questa linea per una serie di ragioni che vanno dalla salvaguardia dell'ambiente alla tutela dell'economia della valle. Dalla protesta è nato un movimento, diventato negli anni sempre più forte e coeso, che riunisce intorno a sé la maggioranza dei cittadini valsusini e dei comuni vicini, movimento che si oppone alla costruzione dell'opera con manifestazioni, informando e sensibilizzando la popolazione ma soprattutto occupando i vari cantieri, impedendo insomma che i lavori prendano il via. Ed è di queste occupazioni che spesso i mass media parlano per lo più, definendo i manifestanti come violenti contestatori.

Certo, la propaganda è inevitabile visti gli interessi di portata internazionale, ma non possiamo dilungarci su questo ora, anche perché l'argomento è complesso e richiederebbe altri spazi. Qui ci interessano più che altro le ragioni della protesta: a quanto pare la linea causerebbe gravi rischi all'ambiente, alla salute degli abitanti e all'economia del luogo.

Il progetto attuale si svolgerà in gran parte in galleria, che non è certo una rassicurazione, in quanto gli scavi in profondità possono intercettare le falde acquifere condizionando gli acquedotti e quindi l'agricoltura, già colpita da altre strutture stradali realizzate nel territorio.
Inoltre, le rocce della valle, secondo le carte geologiche e vari studi sul suolo, sarebbero ricche di amianto e di minerali di uranio, estremamente nocivi e cancerogeni.
Già durante i lavori per i siti olimpici del 2006 si verificarono affioramenti di amianto in diverse località valsusine, figuriamoci cosa potrebbe accadere in 15 anni (è questa la durata prevista del cantiere) di scavi: l'ossido di azoto e le polveri sottili immessi nell'atmosfera potrebbero causare danni e contaminazioni irreversibili per l'uomo e per l'ambiente in generale.
Il rumore e l'inquinamento da sostanze nocive influirà anche sull'economia locale, il turismo subirà un calo inevitabile, e il costo eccessivo dell'opera ricadrà sulla spesa pubblica a scapito di sanità, scuola, pensioni e stato sociale.

Ah, a proposito di mass media e di informazione pilotata dai grandi interessi: alcuni appartenenti al movimento sono stati accusati di attività terroristica, il tutto si è poi concluso in una nuvola di fumo. Il movimento ha dichiarato in più occasioni di essere distante da qualsiasi atto terroristico.
Luca Abbà, (agricoltore in Val di Susa e portavoce del movimento, il 27 febbraio è caduto da un traliccio dell'alta tensione, su cui era salito per protestare contro l'inizio dei lavori nel cantiere di Chiomonte) in una recente intervista (per Piazzapulita - La7 – 2 marzo 2012) risponde così alle accuse di estremismo:
"il tentativo di additare il movimento come violento e gestito dai centri sociali è una delle poche e ultime armi della nostra controparte, visto che le ragioni del Tav non stanno in piedi e visto che il movimento popolare tiene ed è forte, uno dei modi per indebolirlo è quello di dividerlo tra buoni e cattivi".

Il movimento No Tav nasce dal basso e tra i suoi sostenitori troviamo agricoltori, operai, professori, medici, pensionati, ma anche i ragazzi dei centri sociali... forse questi ultimi portano avanti la protesta con più passione certo, ma quando c'è da organizzare un' occupazione, gestire una manifestazione o addirittura affrontare uno scontro con la polizia, allora sono tutti dentro... Tutti, che le mani siano bianche o callose, che l'accento sia sottile o marcato. Fuori invece ci si limita a giudicare guardando la televisione e allora suona bene quel canto francese che fa "per quanto voi vi crediate assolti siete per sempre coinvolti" lo conoscete?

Marcella M

ARTICOLO TRATTO DAL NUMERO 7 – MAGGIO 2012

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